Paolo Kessisoglu: una nuova immagine degli armeni

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Scommetto che conoscete il duo comico Luca e Paolo, ma forse non sapete che Paolo di cognome fa Kessisoglu e ha origini armene. Io lo sapevo dal 2007, quando iniziai a frequentare l’Armenia per lavoro e un giornalista me ne parlò. Tuttavia, fino all’anno scorso tutto quello che sapevo di lui, era quello che riporta Wikipedia alla voce Paolo Kessisoglu. Poi il 12 aprile 2016 finalmente incontrai Paolo al concerto per il centenario del genocidio armeno al Teatro La Fenice a Venezia. Gli chiesi se potevo intervistarlo: ci è voluto un po’ di tempo, ma quelle che seguono sono le sue risposte.

Raccontaci delle tue origini armene. Da dove proviene la parte armena della tua famiglia e com’è giunta in Italia?
Molto in sintesi, le origini arrivano da mio nonno paterno Kaloust (Callisto) che nel ’22 scappa da Akhisar con padre, madre, sorella più piccola e nonna per salvarsi dall’esercito ottomano. Si salvano imbarcandosi su una nave italiana che li sbarca in Grecia dove, ironia della sorte, la sorellina muore cadendo dalle scale. Nel gennaio del ’23 mio nonno Callisto arriva in Italia a Trieste.

Come hai scoperto le tue origini armene?
Le mie origini sono state chiare da subito in quanto mio nonno veniva da là, scriveva, parlava in armeno ed era orgoglioso di esserlo.
Purtroppo non parlava molto della sua terra, molto pochi i racconti e le esperienze di vita. Mi avrebbe entusiasmato conoscere anche particolari della sua vita d’infanzia oltre che le barbarie dei turchi e quanto incivile fosse il loro odio.

Quali sono i tuoi sentimenti riguardo al tuo essere di origini armene e come sono eventualmente cambiati nel tempo?
Con il tempo ho preso coscienza di molte cose e, occupandomi di comunicazione (che è parte del mio lavoro), mi sono interessato alle mie origini da un punto di vista più ampio e meno ego-referenziato. Sono entrato in contatto con alcuni armeni attivi e dal pensiero moderno, come l’ex ambasciatore Sargis Ghazarian col quale siamo diventati amici e con il quale ho spesso parlato dell’Armenia e dell’immagine che, a mio avviso, il mondo ha degli armeni. Spesso gli ho confidato che avremmo dovuto fare in modo che ciò cambiasse.

In che modo la tua appartenenza armena ha influenzato il tuo modo di essere?
Ho compreso con il tempo che il mio essere armeno può e deve essere un viatico per comunicare una nuova immagine di questo popolo affascinante per genialità, brillantezza intellettuale ed estro artistico. Nessuno, o pochi, lo sanno e troppo spesso il popolo armeno viene percepito unicamente come strana gente sofferente. Agli armeni viene solitamente abbinata l’idea della sconfitta, della desolazione legata al genocidio e questo perché in fondo scegliamo arbitrariamente ciò che vogliamo vedere. Se mi è concesso, il sentimento di compassione verso qualcuno o un popolo intero che riteniamo “looser” è più appagante del rispetto per chi si rialza con fierezza.
Gli armeni l’hanno fatto ogni giorno da sempre, ma nessuno ha la curiosità di andare oltre la superficialità.

In famiglia si parlava armeno? Tu lo parli? 
Ho imparato solo qualche lettera dell’alfabeto, perché serviva a mio nonno, commerciante, per codificare la merce, ma non mi sono mai spinto più in là. Chissà, non è mai troppo tardi.

Sei mai stato in Armenia? 
Da molti anni progetto di percorrerla in bici e sono certo che prima o poi lo farò. Sarebbe la mia prima volta e amo pensare di avvicinarla gradualmente, come piace a me.

Che cosa apprezzi di più della civiltà, della cultura e della tradizione armena?
Ciò che più apprezzo dell’Armenia e del suo popolo è che è stato in grado di rialzarsi e di combattere sempre con coraggio e determinazione guardando sempre avanti.

Ci consigli un libro, un film, un brano o un’opera d’arte armena?
Consiglio di cercare gli scritti di William Saroyan e di ascoltare la musica di Aram Khachaturian.

Che rapporti hai con la comunità degli armeni in Italia?
Stretto anche se non quotidiano. Mi chiamano, mi propongono cose spesso e sono contento di questo. Nel mio lavoro i miei collaboratori cercano di mettere qualche filtro per non ingolfare i vari impegni, ma per gli armeni ci sono sempre, nei limiti degli impegni ovviamente. Diciamo che sanno come raggiungermi.

Partecipi mai a incontri e iniziative dedicati a far conoscere la storia e la cultura dell’Armenia?
In questi ultimi anni ho spesso partecipato ad eventi e manifestazioni legate ad anniversari e ricorrenze importanti per la comunità armena e sono stato orgoglioso di prestare la mia voce recitando poesie o solo leggendo racconti di pensatori e poeti armeni. Ho dato la mia disponibilità per grandi eventi anche solo pensati in embrione, che mai hanno raggiunto la realizzazione e lo farò ancora.
Insomma, l’Armenia chiama e Kessisoglu risponde… si diceva così più o meno, no?

Non so a voi, ma a me la storia del nonno paterno di Paolo Kessisoglu, sembra uscita dal romanzo La strada di Smirne di Antonia Arslan. Come la famiglia del nonno di Antonia, anche quella del nonno di Paolo nel 1922 si trova a Smirne, città cosmopolita, dove migliaia di armeni trovano riparo dai massacri e dalle deportazioni iniziate il 24 aprile 1915. Il 13 settembre 1922 le forze ottomane incendiano Smirne: è l’ultimo atto dello sterminio pianificato dai Giovani Turchi per eliminare gli armeni e le altre minoranze cristiane dal territorio dell’Impero Ottomano. Riesce a salvarsi solo chi, come Callisto, il nonno di Paolo, riesce a imbarcarsi su una delle navi straniere ancorate nel porto della città. Anche nel loro caso, il cognome della famiglia viene modificato. Infatti, il cognome armeno Keshishian, durante la fuga viene turchizzato in Keşişoğlu (con l’aggiunta della desinenza patronimica -oğlu) per non attirare l’attenzione.

A distanza di oltre un secolo, un’altra storia di quegli armeni che sono riusciti a sfuggire al genocidio e a rifarsi una nuova vita in Italia. Quante storie rimangono ancora da raccontare?

 

5 thoughts on “Paolo Kessisoglu: una nuova immagine degli armeni

  1. Sono contenta di conoscere un Armeno in più. Paolo mi è sempre piaciuto moltissimo; oggi che conosco le sue origini armene, lo sento ancora più vicino: anch’io ho origini per metà armene. La madre di mio padre era Armena.

  2. Ci sono molte storie simili di armeni che c’è l’hanno fatta nel mondo. È anche la mia storia che sono armena Doc nata in Syria

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