L’eclisse del popolo armeno su Radio3 il 24 aprile

Monastero di Haghartsin, Armenia - Foto di ©Nadia Pasqual

Monastero di Haghartsin, Armenia – Foto di ©Nadia Pasqual

Nella giornata in cui 100 anni fa cominciò il genocidio degli armeni, venerdì 24 aprile 2015 alle ore 21.00 sarà trasmesso su Radio Rai3 in diretta dalla Sala A di via Asiago a Roma “A 100 anni dal  Genocidio degli Armeni. L’eclisse“, un melologo di Sonya Orfalian con Maria Paiato, musiche dal vivo dell’Anahit Ensemble, Claudia Grimaz, soprano, Daniela Brussolo, flauto, Francesca Favit, violoncello e Paola Selva, chitarra.

L’Eclisse ripercorre, assieme alla storia degli Armeni e del loro olocausto, le intermittenze espressive di una tradizione antica e i miti di creazione del cosmo culturale armeno, componendo in un affresco comune la storia e la mitologia, la memoria e il sogno, il linguaggio della fiaba e quello della realtà più cruda.

Sonya Orfalian, artista e scrittrice di origine armena ed esponente della comunità armena di Roma, ha dichiarato: “Ho scritto L’Eclisse avendo in mente e nel cuore la ricorrenza del centenario del genocidio del mio popolo. E’ un testo pensato per una voce sola – quella dell’attrice Maria Paiato – ma che al tempo stesso evoca e sovrappone una moltitudine di voci: sono le voci dimenticate, quelle di chi è dovuto soccombere, e le voci della testimonianza, i sussurri di chi è riuscito a sopravvivere all’orrore senza fine e ha cercato di opporsi al silenzio crudele della Storia.”

Le musiche che attraversano il testo – eseguite dall’Anahit Ensemble – sono opera del compositore e musicologo armeno più venerato in patria e nella diaspora, Soghomon Soghomonian, più conosciuto come Komitas. E la storia stessa di Komitas si identifica con il genocidio degli Armeni: era il 24 aprile del 1915 quando il governo dei Giovani Turchi diede ordine di arrestare e in seguito eliminare tutti i circa duecentocinquanta intellettuali e notabili armeni di Istanbul, eliminando in tal modo i referenti civili e religiosi degli armeni della città e dando così il segnale d’avvio dello sterminio di massa. Komitas fu tra questi morti. (Sonya Orfalian)

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