Armin T. Wegner: un eroe del Novecento

Madri armene deportate, foto di Armin T. Wegner

Madri armene deportate, foto di Armin T. Wegner

La scorsa settimana, venerdì 9 gennaio per essere precisi, sono andata a Venezia per l’inaugurazione della mostra fotografica “Armin T. Wegner un giusto per gli armeni e per gli ebrei” ospitata dalla Biblioteca Nazionale Marciana nelle sue splendide Sale Monumentali (che da sole valgono una visita). Mi ha molto colpito l’intervento di Gabriele Nissim, presidente dell’associazione Gariwo, la foresta dei Giusti, che ha appena terminato di scrivere un libro su Armin T. Wegner che uscirà a marzo per Mondadori. Nel suo discorso, Nissim, ha  illustrato la vita e le azioni, ma anche la personalità di questo che può essere definito un uomo eccezionale e finanche un eroe del Novecento. Wegner, non solo ebbe il coraggio di documentare e denunciare il genocidio degli armeni durante la Prima Guerra Mondiale, rischiando la sua vita per scattare foto che non lasciano dubbi su quello che stava avvenendo in Anatolia, ma si spinse a inviare lettere di denuncia e di richieste di intervento perfino al presidente degli Stati Uniti d’America. Rimase inascoltato.

Nel 1933, sconvolto da quello che stava succedendo in Germania, inviò una lettera a Hitler, affinchè rivedesse la sua scellerata idea di perseguitare gli ebrei. Per questo fu torturato e imprigionato, e dovette alla fine lasciare la sua patria, per non ritornarci mai più. Attirato dal comunismo, andò in Russia, per poi prendere le distanze anche da quell’ideologia. La sua vita ci parla di un uomo curioso e appassionato, che si sforzò di capire quello che stava succedendo nel mondo e non esitò a mettersi in gioco e rischiare in prima persona quando ne sentì l’esigenza morale.

Il suo essere “giusto”, un uomo che ha denunciato il male e cercato di aiutare chi veniva calpestato, a costo di rischiare la propria vita, è stato evidenziato da Anna Maria Samuelli, la curatrice della mostra, come il tratto saliente che ha caratterizzato la sua vita e lo ha reso una figura eroica del Novecento. Il giornalista Gianantonio Stella ne fa un ritratto interessante, paragonandolo a Lawrence d’Arabia, nel suo articolo “Wegner, il Lawrence degli armeni” apparso sul Corriere della Sera del 14 gennaio, che vi consiglio vivamente di leggere.

La mostra “Armin T. Wegner, un giusto per gli armeni e per gli ebrei” rimane aperta alla Biblioteca Nazionale Marciana fino al 3 febbraio 2015, orario 10-17 (ingresso fino alle 16) con ingresso dal Museo Correr. Sono previste tre visite guidate alla mostra nei giorni: 16, 21 e 29 gennaio, alle ore 10.00. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, con accesso cinque minuti prima dell’inizio della visita, da Piazzetta San Marco 13/a, Venezia.

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